Ogni appassionato di moda dovrebbe conoscere al meglio tipologie e caratteristiche dei vari tessuti, riconoscendoli a colpo d’occhio.
Le differenze tecniche e la resa finale dei tessuti condizionano fattori come la vestibilità, gli abbinamenti e l’utilizzo di ogni filato.
Noi di Hoplites utilizziamo alcune tipologie di tessuti per la Produzione di Abbigliamento Conto Terzi.
Attraverso una buona conoscenza dei materiali e della composizione, è possibile migliorare non solo il proprio modo di vestire, ma fare una scelta attraverso uno sguardo maggiormente consapevole sia in campo etico che qualitativo.
Proprio per questo, anche i professionisti del settore, dovrebbero avere una conoscenza approfondita, per realizzare e proporre abiti dai dettagli e finiture impeccabili, dotati di maggiore comfort.
Attraverso questa guida analizzeremo caratteristiche e differenze dei vari tessuti, in modo da conoscerli più a fondo.
Quali sono le caratteristiche più importanti dei tessuti?
Il mondo tessile è composto da una grande varietà di materiali che ne definiscono differenze, funzionalità e destinazioni d’uso, ma ci sono aspetti anche fondamentali che li accomunano.
Tutti i tessuti sono prodotti e venduti con un’etichetta che per legge deve riportare determinate caratteristiche riguardanti la composizione, il metodo di lavaggio e la manutenzione, oltre al luogo di produzione.
In particolare, per quanto riguarda i metodi di lavaggio, esiste una precisa simbologia che indica la temperatura massima, il candeggio, la stiratura e la possibilità di lavaggio a secco e centrifuga.
Anche la terminologia è uno degli aspetti interessanti che accomuna il mondo dei prodotti tessili e che serve per indicare in campo sartoriale determinate caratteristiche:
- Altezza, che indica la distanza di una pezza da un lato all’altro;
- Armatura, ossia la disposizione dei filati.
- Cangiante, che indica un tessuto composto da ordito e trama di colori diversi;
- Cimosa, il margine esterno che impedisce al tessuto di sfilacciarsi;
- Cucirini, che indica i filati per cucire a mano o a macchina;
- Finissaggio, trattamento utile per migliorare la superficie del tessuto;
- Mano, termine che indica la sensazione al tatto;
- Ordito, l’insieme dei fili verticali che compongono il tessuto;
- Trama, che indica l’altezza in senso orizzontale.
Differenze tra tessuti naturali, artificiali e sintetici
Ogni giorno il nostro corpo viene a contatto con tessuti realizzati con materiali di diversa origine che nel corso del tempo hanno prodotto e produrranno ancora, delle conseguenze sull’organismo.
La velocità con cui l’evoluzione in questo settore ha generato alternative è impressionante, ma esistono tre principali famiglie che contraddistinguono i capi: i tessuti naturali, quelli artificiali e i sintetici.
Le differenze tra questi filati sono rintracciabili sin dai processi di produzione, che vedono i capi di origine naturale realizzati senza alcun procedimento chimico con i relativi vantaggi ambientali ma con difetti e ripercussioni sul lato economico; i tessuti sintetici invece sono prodotti tramite applicazione di processi chimici su tessuti naturali; ed infine, quelli artificiali ottenuti unicamente in laboratorio utilizzando derivati del petrolio, causa di non poche diatribe.
Tutte e tre le tipologie portano con sé vantaggi che li rendono ottimi per determinati aspetti. Dal punto di vista tessile, i filati artificiali sono i più diffusi e utilizzati, presenti in grandi quantità in tutti gli armadi.
Ma vedremo meglio, nei prossimi paragrafi, cosa caratterizza ognuno di questi materiali.
Tessuti artificiali, cosa sono?
Sono conosciuti anche come Viscosa, possono in qualche modo essere considerati derivati di quelli naturali, in quanto consistono in filati di origine vegetale che hanno però subito dei trattamenti chimici.
Questi filati hanno riscosso un grandissimo successo nell’ultimo decennio, sia per i bassi costi di produzione che per diverse caratteristiche come resistenza, traspirabilità e versatilità, oltre al grande consenso ottenuto dal popolo vegano e dal settore della moda sostenibile.
I vantaggi di questi tessuti derivano dalla loro natura eco-sostenibile, rispetto ai più dannosi processi utilizzati per ottenere i tessuti sintetici, oltre a rappresentare una soluzione più economica sia nei processi di produzione che nei costi finali, con filati ottenuti da materiali di scarto che vengono così riutilizzati.
Rayon/Viscosa: caratteristiche e vantaggi
La Viscosa, chiamata anche Ryon oppure Seta vegetale, è una fibra di tipo artificiale semi-sintetica, ricavata dall’elaborazione della cellulosa utilizzando processi chimici.
La sua diffusione è dovuta alle caratteristiche resistenti che la rendono preferibile a tessuti in seta, oltre ad essere maggiormente economica.
Tra i vari procedimenti di produzione adottati nel corso della storia, quello che contraddistingue l’ottenimento del Ryon è oggi il più utilizzato.
La Viscosa di tipo Ryon può essere prodotta in due diversi modi secondo le destinazioni di utilizzo:
- a filo continuo, dalla tessitura liscia, morbida e ideale per realizzare federe e tessuti per l’arredamento;
- in fiocco se mescolata ad altre fibre come lana, cotone e poliestere, utilizzata per tessuti da arredamento, tovaglie, abbigliamento intimo ed estivo.
Lyocell: caratteristiche e vantaggi
Anche se viene spesso inserito tra i tessuti di origine naturale, il Lyocell è in realtà un composto semi-sintetico, derivante da fibre di origine vegetale trattate con sostanze chimiche.
Nonostante ciò, il Lyocell è un materiale sostenibile, che ha infatti ricevuto diversi riconoscimenti grazie ai suoi processi di produzione ecologici.
Una fibra con molti vantaggi, dalla grande resistenza ma allo stesso tempo estremamente leggera e morbida sulla pelle.
Grazie alla particolare fibra, il Lyocell assorbe perfettamente umidità e il sudore, restando asciutto e donando una grande sensazione di comfort.
Questo materiale sorprendente è inoltre dotato di grande elasticità, caratteristica che contribuisce a fornirgli maggiore resistenza.
Tutti i suoi aspetti vantaggiosi lo rendono un tessuto non molto economico, ma molto apprezzato e utilizzato anche per la sua estrema versatilità.
Spandex: caratteristiche e vantaggi
Il tessuto poliuretanico Spandex, spesso riportato anche come Elastene o Lycra, è caratterizzato da una grande elasticità, che ne determina due diverse tipologie:
- bidimensionale, se estendibile in lunghezza e larghezza;
- quadridimensionale, con espandibilità in tutte le direzioni.
Il polimero che compone lo Spandex viene spesso aggiunto ad altri tessuti per aumentarne l’elasticità, senza modificarne aspetto, colore e freschezza.
Infatti, lo Spandex, per la sua natura, non può essere utilizzato da solo per comporre tessuti, ed è quindi unito ad altri materiali per conferire determinati vantaggi.
L’unione di questo elemento ad altre fibre ha dato origine a tessuti come lo Spandex di Cotone e il tessuto poliammide, conferendo miglioramenti come l’elasticità, la resistenza, la brillantezza, la lunga tenuta del colore e la resistenza all’assorbimento dell’umidità.
Un’interessante caratteristica dello Spandex è la resistenza contro lo sporco, soprattutto di tipo domestico, in quanto le sue fibre non assorbono quel determinato tipo di colorante.
Con le sue proprietà è principalmente impiegato per realizzare abiti sportivi, da sera, costumi da bagno, calze, abiti da carnevale e da cerimonia.
Fibre sintetiche, quali e cosa sono?
Molto utilizzati, i capi di origine sintetica rappresentano una grande fetta tra i tessuti più diffusi e presenti nella maggior parte dei negozi di abbigliamento, soprattutto low cost. Una tendenza venuta in contro alle esigenze di mercato ma che ha portato effetti dannosi all’eco-sistema.
I tessuti di tipo sintetico sono il risultato di una sintesi chimica tra diversi elementi di origine minerale e sottoprodotti del petrolio.
Come si può dedurre, si tratta di meccanismi che comportano ripercussioni sull’ambiente e proprio per questo, diverse associazioni ambientaliste si battono da tempo per ridurre o eliminare tali processi.
Va considerato però, che sono molto versatili, in quanto in fase di creazione in laboratorio, è possibile donare determinate caratteristiche secondo il tipo di fibra tessile da produrre.
In particolare, i filati sintetici sono impiegati per realizzare abbigliamento sportivo, per cui è necessario ritrovare caratteristiche come elasticità, resistenza e traspirabilità.
Quando parliamo di fibre sintetiche ci riferiamo a determinate categorie di tessuti ottenuti dalla trasformazione del petrolio attraverso processi chimici.
Questi danno origine a un numero davvero ampio di varianti come l’Acrilico, il Neoprene, l’Econyl, il Nylon, il Poliestere, l’Elastan e la fibra Newlife.
Poliestere, Acrilico e Poliammide caratteristiche
I tessuti acrilici, come quelli in Poliestere, sono composti in materiali plastici anche se di diverso tipo.
Le caratteristiche in comune sono più di una e rendono questi tessuti vantaggiosi sotto certi aspetti.
Entrambi i materiali respingono efficacemente l’acqua ma tendono a trattenere odori e macchie, sono infatti poco indicati per alcune tipologie di capi e allo stesso modo, entrambi sono poco eco-sostenibili anche se il Poliestere può essere considerato per certi versi meno dannoso.
Il Poliestere viene generalmente impiegato per realizzare abiti sportivi o piumini, mentre l’Acrilico, somigliando alla Lana, viene utilizzato per l’abbigliamento sportivo e in particolare per felpe, pantaloni, tute, maglioni, guanti e molti altri vestiti.
Una caratteristica vantaggiosa del Poliestere è la resistenza al pilling, ossia quel fenomeno che genera uno strato di peluria su alcuni tessuti, come avviene per l’abbigliamento fatto a maglia.
Il Poliammide, detto anche Nylon, è anch’esso un materiale sintetico ma dotato di maggiore elasticità e resistenza rispetto all’Acrilico.
Proprio per questo, il Nylon viene impiegato per realizzare calze, per le quali è necessario utilizzare un tessuto resistente all’usura e alla tensione, oltre che agli agenti esterni.
L’Acrilico viene inoltre utilizzato per moquette, tappezzerie e tessuti per la casa.