Cos’è il packaging ecosostenibile e perché è importante?

Quello del packaging green è un tema scottante quando si va a parlare di sostenibilità ambientale.
Infatti, le confezioni utilizzate per moltissimi beni di consumo rappresentano una fonte di inquinamento da non sottovalutare assolutamente, tenendo in considerazione il fatto che la loro funzione cessa di essere utile una volta che il pacchetto viene aperto. Di conseguenza, questi involucri vengono gettati immediatamente nella pattumiera, anche impropriamente.

Noi di Hoplites utilizziamo packaging ecosostenibili per la nostra produzione di abbigliamento conto terzi.

Ad oggi, il termine green viene utilizzato come un vero e proprio sinonimo di ecologico e rispettoso per l’ambiente, e quando si parla di green packaging si fa riferimento a design progettati al fine di preservare l’ambiente attraverso l’ecosostenibilità dei materiali con il quale questo viene realizzato.

La nascita del green packaging è merito di una più attenta e oculata scelta delle materie prime da impiegare. Si ha la tendenza, infatti, ad utilizzare composti semplici da sottoporre alla successiva fase di riciclo, come ad esempio il cartone o la carta, alternativamente si impiegano materie già riciclate precedentemente, come il polietilene riciclato.

Durante le fasi di progettazione del packaging viene considerato anche tutto quello che accade nel momento in cui la funzione del contenitore giunge al suo termine. A tal proposito esistono diverse opzioni auspicabili, ovvero: un nuovo riciclo, la trasformazione, oppure il riuso. Però, in questa visione di sostenibilità non sono compresi tutti quegli imballaggi biodegradabili o compostabili, che sono costituiti da elementi che possono essere nuovamente immessi nell’ambiente senza rappresentare un pericolo.

Stando a quanto previsto dall’ONU, le aziende dovranno affrontare un considerevole aumento della domanda relativa ai beni di consumo e conseguentemente anche di risorse poiché entro il 2100 si stima che la popolazione mondiale raggiungerà gli 11 miliardi di abitanti.

Ciò vuol dire che cambiare, adottando uno sviluppo sempre più ecosostenibile è di fondamentale importanza. Inoltre, dovranno essere utilizzate tutte le conoscenze accumulate a favore dell’ecologia, in modo tale da preservare il pianeta da conseguenze potenzialmente disastrose.

Dunque, un imballaggio, per poter essere definito a tutti gli effetti sostenibile, dovrà rispettare degli standard fondamentali. Il primo di questi riguarda la tecnologia denominata Environmentally-friendly, capace di sfruttare pienamente gli strumenti e le tecniche in funzione dell’ecologia, al fine di risultare a impatto zero ed essere quindi rispettosi dell’ambiente.

Il secondo standard da rispettare è invece chiamato Resource-saving. Ciò significa che gli imballaggi devono essere realizzati avendo cura di risparmiare il più possibile in termini energetici e produttivi nel momento stesso in cui il packaging viene effettivamente realizzato.

Nel corso del proprio ciclo vitale, suddiviso in molteplici fasi che comprendo la ricerca e sviluppo, la progettazione, la produzione e, per finire, l’utilizzo e il riciclo, l’imballaggio sostenibile non dovrà arrecare alcun danno né all’ambiente né alla salute.

Con tutta probabilità, questo rappresenta l’aspetto più fondamentale e importante, in quanto indica realmente il nuovo modello di approccio capace di restituire un packaging sostenibile, andando a ridurre ogni spreco e conseguentemente l’impatto complessivo sull’ambiente.

Ad oggi sono già numerose le aziende che hanno deciso di intraprendere un percorso indirizzato verso l’ecosostenibilità dei propri imballaggi.

Impiegare confezioni green e sostenibili risulta utilissimo per diversi motivi:

  • protegge la terra e la salute delle persone;
  • aumenta il valore dell’azienda agli occhi dei clienti;
  • incrementa le responsabilità sociali e d’impresa, portando a un conseguente aumento delle vendite;
  • rinforza la credibilità del marchio e la fiducia della clientela.


Infatti, ogni anno, soltanto in Europa vengono generate oltre 25 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui solamente una percentuale inferiore al 30% viene destinata al riciclo. Oltretutto, la plastica costituisce l’85% dei rifiuti depositati sui fondali marini e di quelli lasciati sulle spiagge dalle maree. Senza considerare che a causa della frantumazione in micro-plastiche, questo materiale si disperde ulteriormente nell’ecosistema ed è a tutti gli effetti capace di finire nel ciclo alimentare di persone e animali, ma anche nel ciclo dell’aria e dell’acqua. Tutto ciò porta a effetti potenzialmente pericolosi per la salute di moltissimi organismi tra cui gli esseri umani.

I materiali utilizzati

Gli imballaggi possono essere fabbricati utilizzando diversi materiali inquinanti e che non possono essere smaltiti attraverso la semplice raccolta differenziata da parte del consumatore finale.

Stiamo parlando di packaging costituiti da materiali poliaccopiati, o che prevedono l’utilizzo di pellicole che non possono essere riciclate.

Questo costituisce un errore davvero grave e contribuisce al continuo incremento degli sprechi, e chiaramente anche dei rifiuti prodotti che saranno inevitabilmente destinati a finire in una discarica.

Infatti, se da una parte ogni marchio necessita di una confezione capace di rappresentare pienamente la storia e i valori, al contempo la parte estetica non deve sostituire quella funzionale.

Oltretutto, la consapevolezza al riguardo delle tematiche ambientali, e una maggiore sensibilità verso l’attiva partecipazione al recupero dei rifiuti, facendo ad esempio la raccolta differenziata e adottando uno stile di vita zero waste, vanno inevitabilmente a condizionare la scelta del consumatore, portandolo a ricercare prodotti più etici ed ecosostenibili.

In tutto ciò il packaging non fa certo eccezione.

Vediamo dunque quali sono alcuni dei materiali impiegati per ottenere delle confezioni sostenibili:

  • il cartone ondulato: questo materiale rappresenta quello in assoluto più impiegato per realizzare moltissime tipologie di packaging in quanto assicura l’assoluta comodità per quanto riguarda l’apertura delle confezioni e permette la creazione di eco-design davvero elaborati. Inoltre, il cartone è davvero flessibile e pienamente personalizzabile, pur restando un composto resistente e al contempo sia biodegradabile che riciclabile.
  • Cartone, cartoncino e carta: questi materiali risultano adatti per costruire un packaging green solamente se vengono realizzati impiegando esclusivamente delle fibre riciclate o che provengono da foreste gestite responsabilmente (FSC);
  • Imballaggi di origine organica: questi contenitori sono realizzati impiegando funghi coltivati appositamente attraverso lo sfruttamento dei prodotti di scarto dell’agricoltura. Tuttavia, risultano adatti anche materiali differenti, tra i quali troviamo il chitosano, la protezione realizzata utilizzando insetti e crostacei, la fibra proteica/spider silk, ma anche tutta una serie di materiali simili;
  • Il tessuto non tessuto: questo materiale a base di cotone rigenerato è a ridotto impatto ambientale;
  • Le bioplastiche: sono realizzate utilizzando PLA (acido poliattico), oppure prodotte sfruttando le biomasse rinnovabili come, ad esempio, gli oli vegetali e i lipidi;
  • La cellulosa: materia naturale estratta direttamente dalla polpa di legname sostenibile, anche se può fare reazione a contatto con l’acqua o se esposta a temperature eccessivamente elevate. Inoltre, ha una vita più ridotta;
  • Prodotti a base di mais;
  • Carbone ottenuto da legno di quercia carbonizzato;
  • Metalli antibatterici;
  • Vetro;
  • Plastica riciclata.

Il packaging destinato al settore dell’abbigliamento deve offrire la massima funzionalità possibile, unita alla completa riciclabilità e alla sostenibilità.

Chiaramente, l’esigenza può essere differente anche in base ai diversi canali di vendita.

Ovviamente un negozio tradizionale dovrà sopperire a esigenze diverse se paragonato a un e-commerce; nonostante ciò, è sempre preferibile impiegare un packaging ecologico, costruito soltanto con materiali riciclati e adeguatamente certificati, in modo tale che il percorso di produzione sia completamente tracciabile.

È possibile sbizzarrirsi anche con il design per dar vita a formati innovativi che permettano alla confezione di essere riutilizzata in modi differenti, dando modo al cliente finale di approfittare di un’esperienza aggiuntiva che a sua volta potrà diventare veicolo di fidelizzazione.

Gli imballaggi di cellulosa possiedono tutti i requisiti necessari per la realizzazione di un pacchetto personalizzato e magari arricchito da un’estetica accattivante.

Diversamente, gli scatoloni realizzati in cartone ondulato risultano più indicati per le spedizioni degli e-commerce.

Packaging sostenibile nella moda e abbigliamento

Fino ad oggi, le spedizioni nei negozi online, hanno impiegato bustine richiudibili costituite principalmente da LDPE, ovvero polietilene a bassa densità. Questa soluzione rappresenta indubbiamente una scelta economica e ampiamente utilizzata, ma purtroppo si tratta di un materiale destinato immediatamente alla discarica.

Al contrario, il classico cartone ondulato si sta rivelando il vero e proprio protagonista green del mercato e-commerce. A tal proposito, il brevetto depositato in Olanda e denominato Rollor, si rivela perfetto per arrotolare i capi di abbigliamento in maniera tale da estrarre i vestiti dal packaging senza andare a sgualcirli.

Stando a quanto rivelato da uno studio condotto dall’Università di Utrecht, in collaborazione con Sustainable Packaging Coalition, la completa transizione ecologica nel modo della moda, con particolare riguardo all’abbandono degli imballaggi usa e getta, potrebbe tagliare dell’80% o più le emissioni di CO2. Inoltre, si potrebbe osservare una riduzione dei rifiuti plastici di un altro 87%.

Anche per questo motivo grandi marchi hanno deciso di impegnarsi a raggiungere i seguenti obbiettivi entro e non oltre il 2025, al fine di:

  • rinunciare a tutti i packaging usa e getta, in favore di quelli riutilizzabili, o comunque contenenti alte percentuali di materiali riciclati;
  • eliminare gli imballaggi in plastica problematici o non indispensabili;
  • riciclare le confezioni in plastica o rendere il 100% di queste ultime compostabili;
  • raggiungere una quota significativa di materiali riciclati all’interno degli imballaggi.


Idee e consigli per un green packaging

Come abbiamo avuto modo di vedere, la missione degli imballaggi ecosostenibili è sostanzialmente quella di contenere gli effetti negativi che affliggono il settore del confezionamento, dando un contributo positivo alla crescita economica.
A questo riguardo esistono soluzioni interessanti per inseguire la tendenza relativa alla sostenibilità, suggerito da CONAI.

Queste sono rappresentate da:

  • riduzione sostanziale del volume complessivo delle confezioni, in modo tale da contenere il più possibile i materiali necessari per la loro realizzazione;
  • la preferenza verso materie prime completamente rinnovabili;
  • il recupero degli scarti in maniera corretta e adottando una soluzione ecocompatibile;
  • l’impiego di materiali compostabili e di derivazione alimentare;
  • lo sviluppo di campagne di sensibilizzazione rivolte agli acquirenti.


A questi punti bisogna aggiungere concetti riguardanti la sicurezza per i consumatori e per i produttori durante tutta la durata degli imballaggi.
Inoltre, il packaging dovrò essere capace di soddisfare diversi criteri di mercato che riguardano sia i costi che le effettive prestazioni.

In più, la progettazione del prodotto deve accreditare il cosiddetto principio di responsabilità condivisa, che si occupa di attribuire tutte le conseguenze ambientali a tutti coloro che vengono in contatto con la confezione realizzata. Questi sono rappresentati dai progettisti, dai fornitori, dagli utilizzatori finali e per concludere, dagli addetti allo smaltimento.

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