Interfodera a cosa serve, tipologie e come si usano

L’interfodera viene anche comunemente definita come uno stabilizzatore proprio in virtù del suo compito principale: dare un importante rinforzo a tutti quei punti dei capi di abbigliamento e/o varie creazioni esattamente dove lo richiedono.

È un materiale essenziale che possiamo ritrovare un po’ in tutti i capi che siamo soliti indossare, anche senza accorgercene e senza la quale, probabilmente, non avrebbero alcun carattere, alcuna forma. Questo materiale viene utilizzato da noi di Hoplites per la produzione di capispalla.

Si tratta quindi di un tessuto-non tessuto molto importante, ma perché non lo vediamo? Perché si inserisce esattamente tra la fodera e il tessuto posto all’esterno, in modo tale da rimanere ben nascosta e fare sempre la sua figura.

Perché sono importanti le interfodere

Le interfodere sono degli elementi molto importanti per il corretto confezionamento di un capo. Infatti, per rendere volume, piega e rigidità, la soluzione unica è proprio l’utilizzo dell’interfodera, necessaria inoltre per il corretto mantenimento di una determinata forma.

Quante volte abbiamo indossato un vestito o una giacca con le classiche spalline più pronunciate ed evidenti: al suo interno c’era sicuramente dell’interfodera senza la quale qualsiasi capo perderebbe la propria identità.

Questo materiale viene solitamente messo tra i due tessuti del capo, quello esterno e quello interno, in modo tale che non risulti visibile da nessuna prospettiva per un lavoro eseguito a regola d’arte.

Così facendo, infatti, si conferisce direttamente al tessuto totale una maggiore rigidità necessaria, ad esempio, per una migliore cucitura nonché per la realizzazione di determinati decori sui capi, di borsette e portaoggetti vari, cinture, colli, tasche, cravatte e tutto ciò che necessita di una durezza maggiore.

Oltre a ciò, questo particolare materiale è impiegato per la creazione di cappotti e giacche in cui, a differenza di una camicia (che può certamente contenere a sua volta anche l’interfodera), è davvero alto il bisogno di creare un capo che calzi alla perfezione una volta indossato. Si pensi anche ai classici vestiti da cerimonia per uomo in cui questo tessuto è presente in grande quantità.

Caratteristiche di una interfodera

Si differenziano tra di loro proprio per i loro tratti caratteristici. I più importanti che qui ci preme sottolineare sono:

  • peso
  • spessore
  • materiale
  • composizione
  • adesive o non adesive
  • mano

Dal momento che in questo articolo sono presenti anche paragrafi che andranno più nello specifico in merito al peso, alla composizione e alle interfodere adesive e non adesive, in queste prossime righe ci concentreremo per lo più sui possibili materiali impiegati per la realizzazione di un’interfodera da zero.

Prima di tutto, è necessario dire che possano essere create partendo da elementi differenti, siano essi tessuti veri e propri siano essi non tessuti. Nel primo caso, infatti, sono soliti rientrare:

  • peli di cammello (derivato della lana di pecora suddivisibili a loro volta in: da intelatura totale, da plastron, da rollini, da spalline)
  • crine di animale e sintetico (solitamente si usa il crine di cavallo)
  • rasi
  • tessuti
  • tele
  • trameur
  • silesia di cotone
  • maglia

Nel caso invece dei non tessuti, questi ultimi nel settore tessile e dell’abbigliamento prendono molto comunemente il nome di assimilabili e sono fatti di fibre per lo più artificiali. Di questa categoria ne fanno parte nello specifico:

  • feltri
  • agugliati
  • ovatte
  • tnt
  • ovattine
  • foam
  • veli di resina
  • maglina elastica
  • bioadesivi

A seconda del materiale impiegato, si delinea anche la caratteristica Mano. Con questa espressione si intendono indicare tutte quelle sensazioni che l’interfodera trasmette nel momento in cui entra in contatto con la pelle.

Ciò significa quindi percepire se si tratta di un materiale liscio o più ruvido, se è più unto o più secco, e così via dicendo.

Quanto pesano e qual’è la loro composizione

Generalmente, i materiali e i tessuti possono anche essere utilizzati tra di loro in modo combinato, per dare vita dunque ad un’unica interfodera dalle caratteristiche ibride da realizzare a seconda delle diverse esigenze.

Per confezionare un capo d’abbigliamento con questa tecnica, infatti, è possibile impiegare diverse combinazioni tra i tessuti e fibre artificiali prima resi noti nei rispettivi elenchi. I più comunemente utilizzati sono nel settore dell’alta sartoria sono le composizioni che contengono al loro interno:

  • pelo di cammello, ovatta e crine di cavallo
  • pelo di cammello e ovatta
  • pelo di cammello e crine di cavallo
  • ovatta e crine di cavallo
  • solo pelo di cammello

In aggiunta a ciò, poi, a seconda della quantità impiegata di ciascun materiale, l’interfodera sarà caratterizzata da un determinato peso totale: una peculiarità molto importante da considerare.

Dato dal peso del supporto sommato a quello del plastificante, il peso è un’altra delle variabili che contribuiscono a distinguere tra di loro le diverse interfodere.

Si parte da quella variante più leggera che può pesare anche meno di 50 grammi, ad una media interfodera con un peso che si aggira intorno ai 60 o 70 grammi, fino ad arrivare al modello più pesante che può essere pari o superiore agli 80 grammi totali per pezzo.

 

Differenza tra interfodere adesive e non adesive

Altro tratto che può sicuramente contribuire a differenziare tra loro le diverse tipologie è proprio il suo essere o meno adesiva.

Questo genere di rinforzo che serve a dare volume ai capi e agli oggetti, nonché impedire loro di perdere la forma conferita durante il confezionamento, può essere soggetto al processo di quella che viene definita termoadesivazione.

Infatti, nel caso in cui ci trovassimo a che fare con un’interfodera adesiva, su quest’ultima sarebbe presente su un’unica facciata uno strato di resina termoplastica in grado di sciogliersi grazie al calore (come quello di un comune ferro da stiro) e, quindi, di attaccarsi tra i due tessuti. Solitamente nell’industria del fast fashion di massa odierna viene impiegata per lo più l’interfodera adesiva, dal momento che grazie all’azione del calore o di un’apposita pressa è molto più facile e veloce da applicare.

Sul versante opposto, invece, c’è la classica interfodera non adesiva. In questo caso, per procedere con l’attaccatura del materiale si dovrà solo optare per una classica cucitura ed ecco anche perché risulta come il metodo meno utilizzato nel settore dell’industria di massa.

 

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